Pietro Sganzerla, nato a Milano nel 1985, cresce in un ambiente creativo e si avvicina all’arte fin dall’infanzia. Dopo gli studi classici al liceo Giovanni Berchet si iscrive all’Accademia di Brera scegliendo l’indirizzo di pittura.
Ottenuta la laurea si trasferisce a Berlino per 5 anni dove inizia ad affacciarsi al mondo dell’arte in maniera più profonda e professionale. In quegli anni comincia infatti ad esporre le sue opere in mostre personali e collettive. Tornato a Milano nel 2013 cura numerose mostre e intesse collaborazioni con vari artisti emergenti, riallacciando così i rapporti con la sua città natale.
Il suo lavoro si basa su una duplice ricerca, che spazia dal segno pittorico ai materiali. Espandendo le potenzialità espressive del disegno a china, nelle sue opere grafiche Pietro sceglie un linguaggio ricco di suggestioni derivate dall’arte incisoria. Contraddistinti da un tratto fortemente individuale e meticoloso, i suoi disegni invitano alla lettura, alla decodificazione della geografia del volto umano ed animale, in un costante gioco di rimandi tra fisionomia e calligrafia - come negli Autoritratti (2015).
All’investigazione del segno si accompagna quella dei materiali. Il mondo di Pietro è caratterizzato da un utilizzo amorevole della carta in tutte le sue declinazioni, da quella più pura a quella riciclata, dalle più leggere veline alle carte più pesanti, che vengono usate non solo come superficie da disegno ma anche come materiale scultoreo. Un nuovo sviluppo della sua esplorazione lo ha portato all’utilizzo della ceramica per creare le sue teste fantastiche, concrete ed astratte al tempo stesso; mai del tutto reali, mai del tutto inventate.
Ottenuta la laurea si trasferisce a Berlino per 5 anni dove inizia ad affacciarsi al mondo dell’arte in maniera più profonda e professionale. In quegli anni comincia infatti ad esporre le sue opere in mostre personali e collettive. Tornato a Milano nel 2013 cura numerose mostre e intesse collaborazioni con vari artisti emergenti, riallacciando così i rapporti con la sua città natale.
Il suo lavoro si basa su una duplice ricerca, che spazia dal segno pittorico ai materiali. Espandendo le potenzialità espressive del disegno a china, nelle sue opere grafiche Pietro sceglie un linguaggio ricco di suggestioni derivate dall’arte incisoria. Contraddistinti da un tratto fortemente individuale e meticoloso, i suoi disegni invitano alla lettura, alla decodificazione della geografia del volto umano ed animale, in un costante gioco di rimandi tra fisionomia e calligrafia - come negli Autoritratti (2015).
All’investigazione del segno si accompagna quella dei materiali. Il mondo di Pietro è caratterizzato da un utilizzo amorevole della carta in tutte le sue declinazioni, da quella più pura a quella riciclata, dalle più leggere veline alle carte più pesanti, che vengono usate non solo come superficie da disegno ma anche come materiale scultoreo. Un nuovo sviluppo della sua esplorazione lo ha portato all’utilizzo della ceramica per creare le sue teste fantastiche, concrete ed astratte al tempo stesso; mai del tutto reali, mai del tutto inventate.